sabato 8 settembre 2012

come fan presto, amore, ad appassir le rose


Pensavo che sarebbe stato carino non presentarmi all'appuntamento a mani vuote. Così, prima di arrivare con prudente anticipo al nostro incontro, avevo deciso di fermarmi per acquistare dei fiori. Il gesto non ha niente a che fare con la carineria, siamo onesti, ma andare dal fioraio, sforzarsi di fare una scelta originale, passaggiare per il centro con i fiori in mano, in fondo non mi era dispiaciuto. Avevo scelto un'orchidea gialla, di cui ignoro assolutamente il significato nel linguaggio dei fiori, ed avevo esordito sostenendo che lei non mi sembrava il tipo da rose rosse. Invece, pensando a lei durante la scelta, quell'orchidea mi aveva ispirato. Il suo apprezzamento era visibile. Disse che è raro ormai un uomo che regala dei fiori.
Presi questa cosa come un complimento anche se l'immagine di uomo d'altri tempi, che pensai lei mi avesse attribuito, mi turbò leggermente. In fondo la foto un pò sbiadita e stantìa di uomo da macchina lavata, barba dal barbiere e pantaloni di vigogna, certo non mi appartiene. Ad ogni modo, quei fiori poggiati sul tavolo della graziosa enoteca fanno oggi parte del ricordo che ho di quella serata. Come sempre mi finsi interessato alle sue parole e pur ascoltando meno della metà dei suoi discorsi feci anche qualche domanda che risultò, non so come, particolarmente pertinente.
Alla metà del secondo calice di vino arrivò il momento delle confidenze. Si tratta di un pretesto per vagliare le reazioni a qualcosa che le sta particolarmente a cuore. Nell'esito della serata o nel pssibile prosequio della relazione è un momento molto importante, soprattutto per garantire il senso di fiducia e sicurezza di cui ogni donna ha bisogno. L'argomento che tirò fuori è uno dei miei preferiti: il rapporto uomo-donna e le passate esperienze. Mi disse che dopo aver seguito un seminario dal titolo "mio padre e gli altri uomini della mia vita" era adesso pronta ad avere una relazione con qualcuno soprattutto per mettersi alla prova e misuare i risultati del suo percorso catartico che avrebbe risolto i suoi difetti causa di tanti fallimenti relazionali. Lo ammetto, il titolo del seminario era francamente inquietante ma avevo davanti una che finalmente aveva deciso di divertirsi un pò anche se per arrivare a questo si era sorbita numerose riunioni settimanali al gruppo delle disilluse anonime. Colto il messaggio mi atteggiai da primo che capita e la strategià pagò.
All'alba del giorno dopo mi feci un caffè mentre lei dormiva nell'altra stanza. Prima di andar via per non cercarla mai più, le sistemai l'orchidea e pensai che il suo prossimo seminario poteva essere "fiori e altre caramelle dagli sconosciuti".

Nessun commento:

Posta un commento