Ora di punta, stazione di snodo della
metropolitana, affollatissima scala mobile a due corsie che lenta porta su una
fiumana di gente. Io immerso nella folla mi faccio portare da questa corrente
meccanica ripassando a mente i vari impegni della giornata, quando nell’altra
corsia che sale lenta noto una ragazza avvenente dai vistosi capelli rossi. In
quell’istante una voce si leva forte da una scala all’altra: “a bella me pari n’semaforo!”
Oggi, che ho finalmente compreso che lo sbaglio più grande in qualsiasi tipo di
approccio è quello di dare importanza all’interlocutrice o ancor peggio volere
a tutti i costi risultare simpatico, sono propenso a pensare che quell’esternazione
di sincerità sia meritevole di considerazione.
Naturalmente tutto si è concluso in una risata
da parte degli astanti e niente di più. Però, l’atteggiamento tutto sommato è
quello giusto.
Diciamocelo, ai più oggi la parola manca. Volere
essere a tutti i costi interessanti, acuti, intelligenti, simpatici è impresa a
tanti davvero ardua. Se poi ci si fa prendere pure dall’ansia che il grosso dell’opinione
di te se la fa entro le prime tre o quattro parole che dici, ti viene subito da
sperare in un ritorno di Passaparola in tv per gli studenti dell’ultima ora. Peggio
mi sento a parlare di social network, emmemmesse, essemmesse e semeladesse. Rimarrà
per sempre un mistero per me come, con le unghie appena rifatte, sia in grado
di digitare su una tastiera minuscola a tale velocità. È una guerra persa.
Preferisco desistere e se ho qualcosa da dire chiamo. Per natura l’uomo parla e
dimentica mentre la donna rimugina, ripensa e cerca messaggi subliminali quando in realtà il messaggio è uno e uno
solo. Per stare sereno, cerco di evitare di creare uno storico di minchiate sulla
memoria virtuale del suo telefono, tanto prima o poi mi si ritorceranno contro.
La donna oggi ha bisogno di sentirsi parlare
addosso e allora si parla, si parla, si scrive, poi si parla ancora… tutto per
girare attorno ad un discorso che in
realtà è ben chiaro a tutti. Non è facile non farsi trarre in inganno e senza
accorgersene si è trascinati in un vortice di parole che, ahimè, presto si
esauriscono. E poi? Di che vogliamo parlare? Delle tue scarpe nuove? Delle tue
vacanze? E mentre lei parla tu ti chiedi per quanto ancora dovrai fingerti
interessato prima di raggiungere l’agognato traguardo.
In realtà basterebbe essere chiari nelle
intenzioni sin dal primissimo approccio, anche quando questo appartiene alla
categoria dei più banali:
Ciao, scusa hai una sigaretta?
Si, tieni
Grazie
Vuoi anche da accendere?
No, la fumo dopo
Dopo quando?
Dopo che t'ho scopata
Aaaah forte, anche se volgare ma vera.
RispondiEliminapovere donne
RispondiEliminaah ah ah arrrrr
Ma se mi dici chi sei si rovina questo intrigante giocattolo? (L'autrice di Cronache dalla Luna, nonché "capo espiatorio"......
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